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La psichiatria di comunità: 8 novembre 2013

La psichiatria di comunità: un modello per favorire l’inclusione sociale di persone con disturbi psichici gravi.

 

«Per poter affrontare veramente la “malattia” dovremmo poterla incontrare fuori dalle istituzioni. Intendendo con ciò non soltanto fuori dall’istituzione psichiatrica manicomiale, ma fuori da ogni altra istituzione la cui funzione è quella di etichettare, codificare e fissare in ruoli congelati coloro che vi appartengono.»

Sono trascorsi più di venti anni da quando Franco Basaglia, psichiatra e neurologo, padre della moderna concezione della salute mentale, pronunciò queste parole. Più che mai attuali.

 

La psichiatria di comunità: un modello per favorire l’inclusione sociale di persone con disturbi psichici gravi. Il miglioramento delle possibilità di cura e di inclusione sociale delle persone afflitte da disturbi mentali gravi è il prodotto dell’interazione di più fattori: dai percorsi personali di validazione alle strategie di protezione e promozione sociale realizzati all’interno dei diversi ambiti territoriali. Occorre mettere al centro dell’intervento la capacità di un territorio di fornire risposte che integrano i bisogni di cura con quelli sociali, lavorativi e residenziali sperimentando percorsi integrati e personalizzati di inclusione sociale per quei pazienti maggiormente discriminati dal contesto socio-culturale-lavorativo.

L’idea di organizzare questo convegno nasce proprio dall’esigenza di mettere a confronto alcune realtà di psichiatria di comunità italiane per riflettere sulle esperienze fatte in questi anni.

Ma soprattutto per proiettarci sugli scenari futuri nelle comunità siciliane.

 

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